Quattro Quarti
La fotografia ha un rapporto singolare e molto intimo con lo sport perché, storicamente, è il mezzo principale attraverso il quale le grandi e le piccole imprese degli atleti di tutto il mondo sono riuscite ad arrivare nelle nostre case. Al giorno d’oggi, in cui tutti indistintamente sono o si ritengono in grado di fare click sulla loro macchina fotografica o sul loro smartphone nel tentativo di immortalare un istante, la fotografia trova la sua ragione d’essere solamente nel momento in cui il fotografo ha la possibilità di osservare e raccontare le cose e gli avvenimenti da un punto di vista peculiare e soggettivo. La fotografia sportiva deve necessariamente essere testimonianza di un punto di vista privilegiato, e questo avviene quando l’autore, attraverso l’esperienza della sua arte, riesce a catturare il momento perfetto, a cristallizzare un istante e renderlo immortale, restituendo all’osservatore tutta l’intensità e la bellezza di un attimo unico e irripetibile. Non basta essere a bordo campo con l’attrezzatura giusta per riuscire a immortalare lo scatto perfetto, c’è bisogno che il fotografo conosca bene lo sport in questione, perché è importante riuscire a capire prima quello che succederà, per essere al posto giusto, al momento giusto. Molto spesso il fotografo sportivo è anche tifoso e appassionato dello sport che segue, ma a volte è difficile riuscire a separare la passione per il gioco con il dovere di portare avanti il proprio lavoro. Mi sono trovato in questa situazione più volte, ed è sempre difficile essere a bordo campo ma non potersi godere la partita della propria squadra, perché, per poter anticipare le azioni, bisogna sempre seguire il gioco con la macchina fotografica ed essere pronti a scattare. Basta distrarsi qualche secondo che si perde lo scatto. Per questo, secondo me, il fotografo sportivo deve cercare di trovare sempre il giusto compromesso tra passione e lavoro, perché le emozioni, il tifo sono altrettanto importanti nello sport quanto uno scatto d’azione perfetto.